recensioni-press -( we are u.f.o.)
radio coop Tony Face Baciocchi
THE SUSPICIOUS THREE - We are U.F.O.
Dala profonda provincia di Piacenza un terzetto che ha fatto del rock n roll una ragione di vita.
Non sono i soli ma loro lo fanno particolarmente bene, interpretando al meglio la lezione del Detroit Sound (Stooges, Mc5, Sonic’s Rendez Vous) e dei suoi più recenti epigoni.
Ci sono anche i semi che ha sparso ovunque Jack White con White Stripes, Dead Weather e Racounters.
Il sound è aspro, ipnotico per poi esplodere improvvisamente in astiosi riff di chitarra che infuocano i brani.
Da seguire http://www.radiocoop.it/index.php/sezioni/recensioni/item/317-nuova-musica-italiana-4-recensioni
THE SUSPICIOUS THREE - We are U.F.O.
Dala profonda provincia di Piacenza un terzetto che ha fatto del rock n roll una ragione di vita.
Non sono i soli ma loro lo fanno particolarmente bene, interpretando al meglio la lezione del Detroit Sound (Stooges, Mc5, Sonic’s Rendez Vous) e dei suoi più recenti epigoni.
Ci sono anche i semi che ha sparso ovunque Jack White con White Stripes, Dead Weather e Racounters.
Il sound è aspro, ipnotico per poi esplodere improvvisamente in astiosi riff di chitarra che infuocano i brani.
Da seguire http://www.radiocoop.it/index.php/sezioni/recensioni/item/317-nuova-musica-italiana-4-recensioni
Rumore gennaio 2014
RockGarage .it
by Marcello Zinno
Primo album per un nuovo power trio dalle idee molto chiare, che si presenta innanzitutto con un full-lenght e non con un EP e con una casa discografica alle spalle, la Desert Fox Records. Altri aspetti che ci colpiscono almeno sulla carta? Il tempo richiesto per la registrazione dell’intero album: solo 9 ore, contro le settimane di colleghi ben più ancorati nella scena musicale. Presagi di un suono inutile o di una proposta scialba e scontata? Nient’affatto perché il rock dei The Suspicious Three è tosto, grezzo sì (migliorabile la produzione ma probabilmente le risorse a disposizione hanno giocato un ruolo vincolante in questo) ma compatto e diretto. Le influenze richiamano il rock’n’roll ma soprattutto il rock del passato con uno spirito quasi grunge per come i suoni sono emessi ma non nelle elugubrazioni chitarristiche, molto più variegate di quanto facevano Nirvana & Co. La sorpresa arriva con Crazyche dice tutto già dal titolo: si parte con l’imprinting di una ballad per poi esplodere in maniera assolutamente pazza e ritornare alle calde e ammalianti melodie elettriche dell’inizio…cambi di ritmo che sono come benzina sul fuoco per la proposta musicale del power trio. Intensa verve anche nella successiva Shake The Brain, stoppata quanto basta per far agitare il capo; il sapore di sporco e gretto invece viene fuori da altri momenti dell’album come Get Up o Talking About nei quali la voce gioca assolutamente un ruolo minore (non a caso è registrata relativamente bassa) mentre sono la chitarra e la sezione ritmica che parlano con vigore (al contrario di altri momenti come in Colors in cui voce e cori giocano un ruolo strategico).
L’approccio dei ragazzi a questo tipo di rock è comunque abbastanza nervoso, l’eccezione basata invece su un’aria più spensierata e “Rolling Stones-like” è il brano Destroy Your Nation che sembra invece essere il raggio cangiante in una scenografia molto buia. Il movente di questo progetto musicale nasconde anche una certa nobiltà di valori (ve lo lasciamo scoprire da soli) e noi speriamo che band con idee chiare come quelle espresse da questoWe Are U.F.O. abbiano vita lunga.
link: http://www.rockgarage.it/?p=28484
by Marcello Zinno
Primo album per un nuovo power trio dalle idee molto chiare, che si presenta innanzitutto con un full-lenght e non con un EP e con una casa discografica alle spalle, la Desert Fox Records. Altri aspetti che ci colpiscono almeno sulla carta? Il tempo richiesto per la registrazione dell’intero album: solo 9 ore, contro le settimane di colleghi ben più ancorati nella scena musicale. Presagi di un suono inutile o di una proposta scialba e scontata? Nient’affatto perché il rock dei The Suspicious Three è tosto, grezzo sì (migliorabile la produzione ma probabilmente le risorse a disposizione hanno giocato un ruolo vincolante in questo) ma compatto e diretto. Le influenze richiamano il rock’n’roll ma soprattutto il rock del passato con uno spirito quasi grunge per come i suoni sono emessi ma non nelle elugubrazioni chitarristiche, molto più variegate di quanto facevano Nirvana & Co. La sorpresa arriva con Crazyche dice tutto già dal titolo: si parte con l’imprinting di una ballad per poi esplodere in maniera assolutamente pazza e ritornare alle calde e ammalianti melodie elettriche dell’inizio…cambi di ritmo che sono come benzina sul fuoco per la proposta musicale del power trio. Intensa verve anche nella successiva Shake The Brain, stoppata quanto basta per far agitare il capo; il sapore di sporco e gretto invece viene fuori da altri momenti dell’album come Get Up o Talking About nei quali la voce gioca assolutamente un ruolo minore (non a caso è registrata relativamente bassa) mentre sono la chitarra e la sezione ritmica che parlano con vigore (al contrario di altri momenti come in Colors in cui voce e cori giocano un ruolo strategico).
L’approccio dei ragazzi a questo tipo di rock è comunque abbastanza nervoso, l’eccezione basata invece su un’aria più spensierata e “Rolling Stones-like” è il brano Destroy Your Nation che sembra invece essere il raggio cangiante in una scenografia molto buia. Il movente di questo progetto musicale nasconde anche una certa nobiltà di valori (ve lo lasciamo scoprire da soli) e noi speriamo che band con idee chiare come quelle espresse da questoWe Are U.F.O. abbiano vita lunga.
link: http://www.rockgarage.it/?p=28484